Nonostante le feste
natalizie siano ormai alle spalle, in molte delle nostre case permangono ancora
presepi in mostra. Per un’antica tradizione, infatti, in molti luoghi d’Italia
si è soliti mantenere esposta la capanna della Natività fino al giorno della Candelora
che ricorre il 2 febbraio. Una festività
detta anche “della luce” perché scandita dalla benedizione delle candele.
Proprio in questi giorni
di confine tra il vecchio e il nuovo anno, tra i resoconti di ciò che è stato
quello appena concluso e le aspirazioni per quello da poco cominciato, mi sono
soffermata a guardare il piccolo villaggio dalle casette di legno e sughero, popolato di statuine. Più che sul trio divino,
i miei occhi si sono poggiati sui popolani di questa mistica rappresentazione. Artigiani alle prese con tante e diverse
attività, molte scomparse dalla nostra routine cittadina e altre più facilmente
riconducibili al quotidiano. Personaggi che rievocano mestieri come quello
del maniscalco, del calzolaio, del fabbro, del tessitore, del falegname e
dell’arrotino, ma anche venditori di frutta, verdura, pesce e carni.
Mimmo Caruso e Giovambattista Spadafora (foto di Luca Ippolito) |
Parrà un po’ strano il percorso che ha fatto il mio
pensiero, ma questi figuranti hanno ricondotto la mia mente al blogtour in
Calabria e in particolare mi hanno fatto ripensare a due maestri
dell’artigianato che lì abbiamo conosciuto.
Mi riferisco a Mimmo Caruso e Giovambattista Spadafora. Il primo è titolare
della Scuola Tappeti Caruso, il secondo della Gioielleria Spadafora, site
entrambe in san Giovanni in Fiore in provincia di Cosenza.
La mattina in cui ci
siamo recati in questi due laboratori d’arte pioveva a dirotto ed eravamo un
po’ preoccupati per quello che sarebbe stato il decorso dei nostri giorni
calabresi a causa delle condizioni meteorologiche. L’idea di doverci limitare a compiere delle
visite al chiuso, senza godere dello spettacolo naturalistico che quella
ragione avrebbe potuto offrirci, non ci rendeva tanto entusiasti. Eppure ci siamo ricreduti perchè le ore
trascorse in compagnia dei due maestri si sono rivelate tutt’altro che monotone
e grigie.
Mimmo Caruso e Giovambattista Spadafora mi hanno colpita per il loro
carisma e la pacatezza d’animo. Essi non
tramandano un lavoro, bensì un’arte antica, lenta e ricca di segreti.
Tappeti e gioielli sono i
frutti dell’abilità delle loro mani.
Tappeti ricchi di particolari come fossero gioielli; gioielli
ad ornamento di dita, polsi, orecchi e colli come fossero accessori tessili da
indossare.
Queste creazioni sono figlie
dell’inventiva, della fantasia e della minuzia dei loro ideatori.
La Scuola Tappeti Caruso e la Gioielleria Spadafora rappresentano due eccellenze che tengono alta la
bandiera dell’artigiano in tutta la penisola. Il loro pregio le ha condotte
fuori dai confini regionali permettendogli di accumulare fama ed estimatori. In queste botteghe le
lancette dei nostri orologi si sono fermate.
Mimmo Caruso de La Scuola Tappeti Caruso (foto di Luca Ippolito) |
Mimmo Caruso ci ha
incantati srotolando davanti ai nostri occhi tappeti dai mille colori, così ben fatti da sembrare quadri dipinti da
un generoso pennello. Ci ha raccontato in che modo un bozzetto venga
trasferito su carta tecnica e come questa diriga il tessitore in ogni singolo
punto da comporre al telaio.
Il telaio (foto di Luca Ippolito) |
Proprio il telaio,
che a molti di noi appariva come un marchingegno di difficile utilizzo, ci è
stato da lui descritto come uno
strumento semplice e al contempo rilassante, capace di allentare le proprie
tensioni personali e di far dimenticare la frenesia che le regole del vivere
quotidiano ci impongono.
I suoi tappeti, gli
arazzi e i tessuti d’arredamento sono così vivaci da far ripensare ai prati
fioriti della primavera. I colori utilizzati per la tintura sono di origine
naturale provenienti ad esempio dal mallo della noce e dai colori del
sottobosco silano. Tra le tecniche più rinomate quella del “pizzicotto” la quale, giunta dalla Grecia, si è consolidata
primariamente in Calabria e non in Sardegna come erroneamente si crede.
Le tavole gioacchimite raffigurate negli arazzi (foto di Luca Ippolito) |
Anche
la cultura diventa protagonista dell’arte tessile. Molti arazzi sono infatti dedicati
a Gioacchino da Fiore, abate e
letterato italiano originario del cosentino al quale è attribuita la predizione
degli ordini francescano e domenicano, molto venerato a San Giovanni in Fiore e
le cui spoglie sono ivi conservate.
Anello con drago a sette teste gioacchimita (foto di Luca Ippolito) |
Elementi delle tavole di Gioacchino
da Fiore ricorrono anche nei gioielli creati dal maestro Spadafora.
L’albero della Vita, il Draco Magnus e i Cerchi Trinitari sono solo alcuni
dei riferimenti alle tavole gioacchimite che, grazie alle mani dell’artista, divengono
ciondoli, anelli e spille.
Ricevuti in dote i segreti del mestiere di orafo, Giovambattista
Spadafora con tenacia e dedizione l’ha tramandata ai suoi quattro figli, dando
origine a quella che oggi è un’azienda che vanta numerosi riconoscimenti.
Il maestro Spadafora (foto di Luca Ippolito) |
Tra i
motivi di orgoglio spiccano senza dubbio le 150 corone realizzate per adornare le teste di altrettante Madonne
e che hanno permesso di attribuire al maestro l’appellativo di “orafo delle madonne”.
Una corona realizzata dal maestro Spadafora (foto di Luca Ippolito) |
Particolare della Jennacca (foto di Luca Ippolito) |
Intrisa di tradizione è anche la storia della Jennacca,
una raffinata collana che in passato veniva donata dalla suocera alla futura
sposa e che oggi è un cult della collezione Spadafora.
Le attività di Mimmo Caruso e
Giovambattista Spadafora sono un valido esempio di come la tradizione possa convergere verso
il rinnovamento e il progresso, senza restarne esclusa.
Alla semplicità dell’artigianato
essi hanno saputo associare una produzione più moderna e competitiva senza
perdere l’autenticità della loro arte.
Similmente agli
artigiani che popolano le botteghe dei nostri presepi natalizi, hanno scelto di
non rinunciare alla qualità, all’originalità e all'unicità dei prodotti, e soprattutto di non
farsi sviare dalla fatica che questi mestieri richiedono.
Sono stati fedeli alle loro origini, una fiducia che il tempo ha saputo
ripagare a loro e alla Calabria tutta.
Gallery (foto di Luca ippolito)
Il maestro Spadafora alle prese con una dimostrazione per i blogger #welikesila |
Asciugamani e servizi da tavola della Scuola Caruso |
Il maestro Caruso mostra come viene utilizzato il telaio |
Giovambattista Spadafora |
Blogger e il team del blogtour al completo |
Blogger e il team del blogtour al completo |