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Panorama dalla Riserva i Giganti di Fallistro (ph Luca Ippolito) |
Mentre raggiungevo
Cosenza per partecipare al blog tour #welikesila non mi sono annoiata. Nonostante il viaggio che a discapito dei pochi chilometri da percorrere, sia stato poco confortevole a causa dell’assenza di una
linea ferroviaria diretta, quelle trascorse in treno sono state ore utili per assimilare
immagini.
Piovigginava. Il cielo non era terso ma la poca luce non impediva di
apprezzare gli scorci calabresi che si susseguivano mentre il treno ingoiava i
binari. La cosa bella degli scenari era la loro diversità. Guardando a sinistra mi tuffavo con gli occhi nel mare, a destra
risalivo le montagne, e mi arrampicavo sugli alberi dai colori autunnali.
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Pino laricio - Centro Visita Cupone (ph Luca Ippolito) |
È la natura la cosa che sicuramente mi ha più sorpresa ed
impressionata in Calabria. Non capita tutti i giorni di poter godere di panorami
incontaminati, di camminare su un soffice tappeto di foglie secche ancora
bagnate dalla pioggia, di respirare quell’aria fredda ma pulita. Giornalmente percorriamo marciapiedi e
asfalti cupi, annusiamo odori pesanti e la linea del nostro orizzonte si
imbatte e si ferma sulle facciate dei palazzi che s’affacciano alle nostre
finestre. Limitiamo il nostro sguardo ad una prospettiva monodimensionale e
piatta. Nei giorni in Calabria abbiamo riscoperto di piacere di osservare e di
farlo a trecentosessanta gradi.
Il Parco Nazionale della Sila racchiude diverse aree
di interesse ambientale e nasce nel 2002 per tutelare e promuovere queste zone
geografiche. È proprio la cura e la tutela che si percepiscono in questi posti.
Nulla è lasciato al caso, la natura viene
accudita senza alcun tipo di aggressione, la biodiversità viene sostenuta e
incentivata lasciando che i cicli vitali facciano il proprio corso.
L’uomo
qui si pone come custode della flora e della fauna, senza servirsene a proprio
piacimento.
Come vi ho anticipato nella prima puntata di questa
serie di racconti, il Parco si allarga su tre province. Anche il visitatore più
informato e digitalizzato avrebbe qualche difficoltà nel pianificare le proprie
escursioni in un’area così vasta senza una guida maestra. Per questo motivo,
sono sorti i tre Centri Visita: Cupone, Monaco e Buturo-Casa Giulia,
i quali non solo accolgono chiunque vi si rechi, ma orientano i viaggiatori ad
una scoperta più consapevole di quelle che sono le peculiarità del Parco ed educano
al rispetto dell’ambiente di cui si è ospiti. Tra i sentieri del Parco si passeggia con coscienza e lentezza per
apprendere ed apprezzare il dinamismo della natura.
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Passeggiata al Centro Visita Cupone (ph Luca Ippolito) |
Il Centro Visita
Cupone, sito nel comune di Spezzano e prossimo al lago Cecita, è tra i primi luoghi verso cui ci siamo recati.
Circondato dai fusti e dalle chiome di pino
laricio, protagonista floristico indiscusso del Parco, e più nord da faggi
e da abeti bianchi, Cupone accoglie l’orto botanico, il giardino geologico, il
museo naturalistico e la vecchia segheria demaniale.
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Il capriolo della Sila |
Gli itinerari percorribili
permettono di apprezzare non soltanto la flora ma anche la fauna che popola la
Sila.
Molti sono infatti gli osservatori
faunistici disseminati lungo i sentieri dove, con un pizzico di fortuna e
tanto silenzio, è possibile scorgere lupi,
caprioli, cervi e scoiattoli neri.
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La segnaletica con la numerazione CAI |
Per non perdere le proprie tracce all’interno di questo
labirinto alberato basta porre uno sguardo alla segnaletica che costeggia il tragitto, la quale riporta sia la
numerazione del Catasto Nazionale dei Sentieri del CAI, sia il numero di sentiero del Parco Nazionale della Sila. L’orto Botanico è certamente il fiore
all’occhiello di questo centro poiché oltre ad enumerare la vegetazione
autoctona, è dotato di un percorso didattico per ipovedenti e non vedenti in
modo che l’accessibilità possa essere estesa a tutti.
Nel Centro Visita non ci sono solo piante e animali da scoprire. Nel Giardino
Geologico, infatti, si possono conoscere anche le rocce silane.
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La vecchia segheria demaniale (ph Luca Ippolito) |
Affascinante
e nostalgica è stata la visita alla vecchia
segheria demaniale un tempo alimentata a biomasse per mezzo di una caldaia
a vapore. Entrando ci siamo immersi in un passato odoroso di legno. Lì dentro
ho immaginato uomini dalla fronte sudata che faticavano nel caricare i tronchi
di pino sui macchinari che li avrebbero trasformati in travi da costruzione.
Sono figlia dell’epoca dei robot, della
tecnologia e del lavoro facilitato, spesso ho difficoltà ad attribuire la
giusta durezza al lavoro di braccia. Vedere quei macchinari, pensare a
quello sforzo mi ha fatto riflettere su quanto differente sia il metro di
misura che quotidianamente utilizziamo nel formulare i nostri giudizi.
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Museo Naturalistico - Centro Visita Cupone (ph Luca Ippolito) |
Ultima tappa al Centro Visita Cupone è stato
il Museo Naturalistico. Realizzato
con la supervisione di Alberto Angela,
esso si divide in diversi ambienti tra cui i laboratori didattici, una sala espositiva
dedicata al tema dell’albero dove, per mezzo di alcuni modellini, è esplicitato
il processo di resinificazione, una sala convegni, ed uno spazio allestito per
contenere materiale sequestrato al traffico illegale tra cui animali esotici,
zanne di elefanti e pelli pregiate.
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Pelli sequestrate al traffico illegale |
Una sala questa che testimonia come la bellezza della natura si sciupi e si perda scontrandosi con l’avarizia dell’uomo e le
sue smanie di possesso e collezionismo.
L’altro Centro Visita che abbiamo raggiunto nei giorni
seguenti è stato quello Garcea in
località Monaco nella Sila Piccola.
Esso ci è apparso subito diverso da
Cupone. Questo Centro Visitatori non è infatti solo bello, esso si
caratterizza per essere un vero polo
didattico verde.
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Centro Visita Monaco (ph Luca Ippolito) |
I sentieri che contornano il centro accoglienza sono veri
e propri tragitti educativi che
permettono anche ai non esperti di poter imparare a riconoscere i tipi di
piante, i funghi e gli animali presenti nel Parco. Soprattutto per i bambini
questa rappresenta una vera opportunità.
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Gli ungulati del Centro Visita Monaco (ph Luca Ippolito) |
Si,
i bambini! Proprio loro che spesso parcheggiamo davanti al televisore per
interi pomeriggi, loro che preferiscono una partita alla play station invece di
calciare un pallone in un campetto verde, loro così all’avanguardia ma che
nella maggior parte dei casi non sanno riconoscere un pino da un abete e non
hanno forse mai raccolto le pigne da terra o visto un animale selvatico libero.
Il Museo Le Foreste della Sila qui
collocato, è davvero un posto speciale. Mi ha colpito molto la semplicità con
la quale viene dettagliatamente spiegata, attraverso dei pannelli e degli
espositori, la dinamica ambientale del Parco.
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Il Museo Le Foreste della Sila - Centro Visita Monaco (ph Luca Ippolito) |
Una semplicità che permette di intrattenere anche chi non ha molta
voglia o tempo di leggere lunghe didascalie chiarificatrici. L’evoluzione
geologica, le tipologie di bosco, il ciclo della materia e quello dell’energia
sono tutti rappresentati a colori evidenti su pannelli che catturano gli occhi.
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La xiloteca del Centro Visita Monaco |
La xiloteca a parete permette di toccare le cortecce degli alberi e di osservarne le
differenze e una serie di tracce audio
consentono di ascoltare i versi degli animali e di giocare ad attribuirli agli
esatti esemplari. Tornassi bambina
vorrei che in una gita scolastica mi portassero al Centro Garcea. Credo mi siederei per ore
su uno dei gradoni dell’anfiteatro all’aperto a guardare il cielo col naso
all’insù.
Ad amplificare il mio stupore e la mia meraviglia sono
state le visite successive. Prima tra tutti quella ai Giganti di Fallistro, una riserva biogenetica dove si ergono piante ultracentenarie di pino laricio e aceri montani. I più
spilungoni di questi esemplari raggiungono i 43 metri e i più longevi superano i 350 anni di età. Tra i Giganti ci si sente minuti e la vista
si confonde tra le foglie, i rami e i busti.
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I Giganti di Fallistro (ph Luca Ippolito) |
Con la leggerezza dei piccini
abbiamo giocato ad indovinare l’albero dal diametro più grande e a nasconderci
nelle “slupatura” dei tronchi, abbiamo
sorriso davanti alle forme inconsuete della natura come i due pini abbracciati
che tanto abbiamo fotografato. Ci tengo a sottolineare che sono in corso i
lavori di allestimento del percorso che sarà fruibile ai disabili e che presto
consentirà anche a coloro che non possono farlo coi propri piedi, di girovagare
fra quest’incanto.
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Arboreto Sbanditi (ph Luca Ippolito) |
Anche l’Arboreto Sbanditi, in località
Fossiata, sa farsi ricordare. Il viale d’ingresso mi ha fatto ripensare per i
suoi colori a qualche scena del film Autumn in New York. Esso costituisce un vivaio a cielo aperto che annovera
tutte le specie arboree più significative dell’altipiano silano, e alcune
alpine di nuova introduzione come l’abete rosso e il pino silvestre. Ad una
fontana di pietra ho riempito la mia bottiglia dell’acqua della Calabria, così fresca da appannarne la plastica come
fosse appena tirata fuori dal frigo.
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Belvedere Cozzo del Principe (ph Luca Ippolito) |
E se è vero che i panorami vanno guardati dall’alto, non
potevamo farci sfuggire l’occasione di affacciarci al belvedere Cozzo del Principe. Paragonabile ad un balcone terroso incorniciato dagli
alberi, esso permette di sporgere il
proprio sguardo sul lago Cecita che seppur sia un lago artificiale come tutti
quelli presenti nel Parco, desta in chi lo guarda una vivida emozione.
Ma il luogo che più mi è rimasto nel cuore è senza dubbio Golia Corvo. Questa Riserva è un’oasi
protetta che a tutela della sua integrità, non è raggiungibile dai visitatori.
Sarà proprio il privilegio dell’avervi avuto accesso ad aver fatto si che m’innamorassi
di questo posto.
Golia Corvo è paragonabile
ad un rifugio delle fiabe.
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Riserva Golia Corvo (ph Luca Ippolito) |
Giungervi è
come dimenticare il cellulare spento da qualche parte, come formattare il
proprio computer senza preoccuparsi di salvarne i file.
Anche i rumori qui
diventano suoni. Non note musicali, ma i suoni della vita, come i versi
degli animali e quello del vento che s’insinua nelle fronde degli alberi come
se soffiasse nell’orecchio di un ascoltatore. Un’area questa importante dal
punto di vista ambientale e scientifico perché inserita in una serie di
progetti di reintroduzione faunistica e di salvaguardia della biodiversità. Golia
Corvo è un posto del cuore. Un luogo dove il cuore lo si lascia o lo si
ritrova.
Con questo ricordo vi saluto e vi rimando alla prossima
puntata di #dolcipilloleintour #welikesila.
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Centro Visita Monaco (ph Luca Ippolito) |
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La spermoteca del Centro Visita Monaco (ph Luca Ippolito) |
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Anfiteatro Centro Visita Monaco (ph Luca Ippolito) |
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Riserva i Giganti di Fallistro (ph Luca Ippolito) |
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Riserva i Giganti di Fallistro (ph Luca Ippolito) |
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Riserva i Giganti di Fallistro |
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I pini abbracciati - Riserva i Giganti di Fallistro (ph Luca Ippolito) |
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Riserva i Giganti di Fallistro (ph Luca Ippolito) |
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Eleonora e Michela - Riserva i Giganti di Fallistro (ph Luca Ippolito) |
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Il "pinosauro" - Riserva i Giganti di Fallistro (ph Luca Ippolito) |
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Maria Teresa e Arturo - Riserva i Giganti di Fallistro (ph Luca Ippolito) |
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Tutti nella "slupatura"! - Riserva i Giganti di Fallistro (ph Luca Ippolito) |
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L'acqua della Sila - Arboreto Sbanditi |
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Arboreto Sbanditi |
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Segnaletica - Arboreto Sbanditi |
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Arboreto Sbanditi (ph Luca Ippolito) |
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Riserva Golia Corvo |
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Riserva Golia Corvo (ph Luca Ippolito) |
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Belvedere Cozzo del Principe |