martedì 20 gennaio 2015

La Calabria e l'artigianato: terza puntata del blogtour #welikesila

Nonostante le feste natalizie siano ormai alle spalle, in molte delle nostre case permangono ancora presepi in mostra. Per un’antica tradizione, infatti, in molti luoghi d’Italia si è soliti mantenere esposta la capanna della Natività fino al giorno della Candelora che ricorre il 2 febbraio.  Una festività detta anche “della luce” perché scandita dalla benedizione delle candele.

Proprio in questi giorni di confine tra il vecchio e il nuovo anno, tra i resoconti di ciò che è stato quello appena concluso e le aspirazioni per quello da poco cominciato, mi sono soffermata a guardare il piccolo villaggio dalle casette di legno e sughero,  popolato di statuine. Più che sul trio divino, i miei occhi si sono poggiati sui popolani di questa mistica rappresentazione. Artigiani alle prese con tante e diverse attività, molte scomparse dalla nostra routine cittadina e altre più facilmente riconducibili al quotidiano. Personaggi che rievocano mestieri come quello del maniscalco, del calzolaio, del fabbro, del tessitore, del falegname e dell’arrotino, ma anche venditori di frutta, verdura, pesce e carni.

Mimmo Caruso e Giovambattista Spadafora (foto di Luca Ippolito)
Parrà un po’ strano il percorso che ha fatto il mio pensiero, ma questi figuranti hanno ricondotto la mia mente al blogtour in Calabria e in particolare mi hanno fatto ripensare a due maestri dell’artigianato che lì abbiamo conosciuto.
Mi riferisco a Mimmo Caruso e Giovambattista Spadafora. Il primo è titolare della Scuola Tappeti Caruso, il secondo della Gioielleria Spadafora, site entrambe in san Giovanni in Fiore in provincia di Cosenza.
La mattina in cui ci siamo recati in questi due laboratori d’arte pioveva a dirotto ed eravamo un po’ preoccupati per quello che sarebbe stato il decorso dei nostri giorni calabresi a causa delle condizioni meteorologiche.  L’idea di doverci limitare a compiere delle visite al chiuso, senza godere dello spettacolo naturalistico che quella ragione avrebbe potuto offrirci, non ci rendeva tanto entusiasti.  Eppure ci siamo ricreduti perchè le ore trascorse in compagnia dei due maestri si sono rivelate tutt’altro che monotone e grigie. 

Mimmo Caruso e Giovambattista Spadafora mi hanno colpita per il loro carisma e la pacatezza d’animo. Essi non tramandano un lavoro, bensì un’arte antica, lenta e ricca di segreti.
Tappeti e gioielli sono i frutti dell’abilità delle loro mani.
Tappeti ricchi di particolari come fossero gioielli; gioielli ad ornamento di dita, polsi, orecchi e colli come fossero accessori tessili da indossare. 
Queste creazioni sono figlie dell’inventiva, della fantasia e della minuzia dei loro ideatori.
La Scuola Tappeti Caruso e la Gioielleria Spadafora rappresentano due eccellenze che tengono alta la bandiera dell’artigiano in tutta la penisola. Il loro pregio le ha condotte fuori dai confini regionali permettendogli di accumulare fama ed estimatori. In queste botteghe le lancette dei nostri orologi si sono fermate.

Mimmo Caruso de La Scuola Tappeti Caruso (foto di Luca Ippolito)

Mimmo Caruso ci ha incantati srotolando davanti ai nostri occhi tappeti dai mille colori, così ben fatti da sembrare quadri dipinti da un generoso pennello. Ci ha raccontato in che modo un bozzetto venga trasferito su carta tecnica e come questa diriga il tessitore in ogni singolo punto da comporre al telaio. 



Il telaio (foto di Luca Ippolito)

Proprio il telaio, che a molti di noi appariva come un marchingegno di difficile utilizzo, ci è stato da lui descritto come uno strumento semplice e al contempo rilassante, capace di allentare le proprie tensioni personali e di far dimenticare la frenesia che le regole del vivere quotidiano ci impongono.
I suoi tappeti, gli arazzi e i tessuti d’arredamento sono così vivaci da far ripensare ai prati fioriti della primavera. I colori utilizzati per la tintura sono di origine naturale provenienti ad esempio dal mallo della noce e dai colori del sottobosco silano. Tra le tecniche più rinomate quella del “pizzicotto” la quale, giunta dalla Grecia, si è consolidata primariamente in Calabria e non in Sardegna come erroneamente si crede. 

Le tavole gioacchimite raffigurate negli arazzi (foto di Luca Ippolito)


Anche la cultura diventa protagonista dell’arte tessile. Molti arazzi sono infatti dedicati a Gioacchino da Fiore, abate e letterato italiano originario del cosentino al quale è attribuita la predizione degli ordini francescano e domenicano, molto venerato a San Giovanni in Fiore e le cui spoglie sono ivi conservate.



Anello con drago a sette teste gioacchimita
(foto di Luca Ippolito)

Elementi delle tavole di Gioacchino da Fiore ricorrono anche nei gioielli creati dal maestro Spadafora. 
L’albero della Vita, il Draco Magnus e i Cerchi Trinitari sono solo alcuni dei riferimenti alle tavole gioacchimite che, grazie alle mani dell’artista, divengono ciondoli, anelli e spille. 

Ricevuti in dote i segreti del mestiere di orafo, Giovambattista Spadafora con tenacia e dedizione l’ha tramandata ai suoi quattro figli, dando origine a quella che oggi è un’azienda che vanta numerosi riconoscimenti. 
Il maestro Spadafora (foto di Luca Ippolito)

Tra i motivi di orgoglio spiccano senza dubbio le 150 corone realizzate per adornare le teste di altrettante Madonne e che hanno permesso di attribuire al maestro l’appellativo di “orafo delle madonne”






Una corona realizzata dal maestro Spadafora
(foto di Luca Ippolito)

Particolare della Jennacca (foto di Luca Ippolito)

Intrisa di tradizione è anche la storia della Jennacca, una raffinata collana che in passato veniva donata dalla suocera alla futura sposa e che oggi è un cult della collezione Spadafora.

Le attività di Mimmo Caruso e Giovambattista Spadafora sono un valido esempio di come la tradizione possa convergere verso il rinnovamento e il progresso, senza restarne esclusa. 
Alla semplicità dell’artigianato essi hanno saputo associare una produzione più moderna e competitiva senza perdere l’autenticità della loro arte.


Similmente agli artigiani che popolano le botteghe dei nostri presepi natalizi, hanno scelto di non rinunciare alla qualità, all’originalità e all'unicità dei prodotti, e soprattutto di non farsi sviare dalla fatica che questi mestieri richiedono. 
Sono stati fedeli alle loro origini, una fiducia che il tempo ha saputo ripagare a loro e alla Calabria tutta.



Gallery (foto di Luca ippolito)

Il maestro Spadafora alle prese con una dimostrazione per i blogger #welikesila

Asciugamani e servizi da tavola della Scuola Caruso

Il maestro Caruso mostra come viene utilizzato il telaio

Giovambattista Spadafora

Blogger e il team del blogtour al completo
Blogger e il team del blogtour al completo