Osservo il foglio bianco per lunghi minuti, digito una parola o
due e poi via.. delete e il foglio
ritorna bianco-lenzuola.
Scrivessi con penna e matita, il piano della mia scrivania
sarebbe già diventato un prato di trucioli grigi.
Faccio una pausa. Riprendo. Sul foglio, uno sciame di caratteri
neri ballano. Compongono una coreografia, danno corpo all’astratto.
Voi quand’è che siete rimasti l’ultima volta senza sapere cosa
dire? Quand’è che siete arrossiti e avete iniziato a balbettare? Probabilmente
quella sera che vi hanno fatto quel complimento da chi non v’aspettavate, o quando
siete inciampati proprio nel bel mezzo di Via del Corso, o quella volta che al
ristornate vi siete macchiati la camicia di rosso e non del rosso del vino che
avete bevuto, ma di quel rosso del sugo dei fusilli che tanto vi erano sembrati
saporiti e gustosi. Volte in cui le parole che affollano la nostra mente e le
nostre bocche è come se evaporassero.
A me succede. Mi capita quando mi si denuda. Con uno sguardo, con
una frase malmessa (o troppo ben messa), ma soprattutto
quando mi si chiede di parlare di me senza inibizione.
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In questo post non una ricetta come protagonista, ma me. Quello di oggi si accoda agli altri che circolano in
rete dal titolo #NeVadoFiero.
L’invito mi è stato rivolto da Daniela di Chicchintour un po’ di mesi addietro (faccio mea culpa per il gravoso ritardo) e consiste
nel raccontarsi attraverso questa hashtag. Azioni quotidiane che riteniamo
positive e caratteristiche personali che ci rendono orgogliosi di ciò che
siamo, questi i semplici ingredienti di #NeVadoFiero.
#metodo! Ebbene si, sono metodica. Pianifico e m’impongo piccole
scalate quotidiane. Stimoli che accelerano il mio dinamismo e la mia voglia di
fare.
#nonmiaccontento! Non mi accontento. Non riuscirei a vivere in
gabbie temporanee, in case senza finestre agghindate con carta da parati a
fiori con l’illusione di una finta luminosità. Non accetterei una vita stantia
solo per questioni di comodità e (in)sicurezze personali. Non accetto compromesso
se non quello affettivo, perché sono convinta che i sentimenti (di qualsiasi
genere purchè sinceri) smussino le asperità di ognuno di noi.
#prediligolasemplicità! Prediligo le cose semplici, spontanee e
naturali. Amo la naturalezza e la naturalità in ogni forma. Che si tratti di ambiente,
di cibo, di socialità, di personalità, di stile di vita o di convinzioni personali,
scelgo l’esistenza semplice. Quella fatta di cose buone, di cose vere, senza
artifici.
Questi sono i miei tre #NeVadoFiero.
I tre che più mi
rappresentano e che hanno l’intento di far conoscere a chi legge il mio blog
piccoli dettagli di me.
Con lo stesso scopo invito a partecipare quattro blogger che seguo e
per le quali ho subito avuto una social-simpatia perché mi piace il loro modo
di scrivere, fotografare e riuscire a comunicare (e ad arrivare) mettendo semplicemente
in fila dei caratteri nero carbone.
Marzia di Coffee & Mattarello
per le piacevoli introduzioni ai suoi post e per la sua cucina non high tech.
Annamaria di BperBiscotto
per i suoi "biscotti mondiali" e la sua determinazione nell’indossare quella divisa bianca da pasticcere.
Antonella di Fotogrammi di zucchero per
il suo connubio vincente tra cinema e cucina e per i suoi racconti ironici e
coinvolgenti.
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